venerdì 18 settembre 2009

La posta di Felix Lalù #3: Kabul caput mundi

Mi scrive Marisa (riguardo questo), che mi vuole bene nonostante dica male della chiesa e dei preti. Scrive:

muratore, soldato: hai ragione su tutta la linea. è vero.

solo io rendo onore ai militari perchè li conosco bene. passano nel mio ufficio loro, con le loro mogli a prender casa e poi partono per le missioni e incontro le mogli per strada e mi fermano e che mi dicono della nostalgia e tutto. insomma conosco un po' il loro mondo. ho amici che erano a nassiria. così. adesso ho amici in libano e amici a kabul.

e conosco pure quello dei muratori a dire il vero che le case le costruiscono, e io sono spesso sui cantieri e mi sgridano se non ho su le scarpe adatte. non so. in effetti tutti i lavori hanno una missione. ma non so felix, quando uno decide di fare il muratore non ha un'alta probabilità di morire invece quando uno fa il militare mette a disposizione tutto con coraggio. e va all'estero con la bandiera del mio paese e rappresenta un po' anche me. e degli stronzi lo fanno saltare in aria. perchè era voluta quell'azione. signoreiddio sono egoista, muore un soldato penso a me.

ma la morte è morte e l'onore si deve a tutti, che è gran difficile per noi distribuirlo con criterio, perchè non leggiamo i cuori della gente. che storie, proprio. cazzarola.

cheppoi hai ragione la vita è vita e l'onore si deve a tutti, che da morti l'è forsi tardi.
che storia, proprio cazzarola.

Cara Marisa
parto dal presupposto che anch'io li piango e cordoglio mogli e figli e ringgrazio di avere un padre che fa il macellaio, perché non sono un pezzo di ghiaccio nè uno stronzo. Ovvio che li piangerei di più se fossero miei parenti o amici o conoscenti o rockstar, ma li piango. Senza lagrime, senza pensarci troppo, ma il mio dovere di cittadino lo faccio volentieri. Poi magari stasera mi ubriaco, ma ho sempre la scusa che è per dimenticare.
La questione è la seguente: anch'io ho amici militari (non è vero, ma mettiamo che ce l'ho. Anzi no, l'unico che conoscoo che fa missioni di pace mi sta pure sul cazzo, vabbè). Anche a me farebbero comodo quei mila euro che ti danno per farlo. Lavoro due anni e mi sistemo per altri dieci. Son lì per il mutuo, per la famiglia e per i figli da mandare a scuola fino a trent'anni anche loro, esattameente come i nostri nonni in Merica o i rumeni che raccolgono le mele in Val di Non o i magrebini che riempiono le concerie schife del vicentino. Stessa situazione, via da casa, dove non ti vogliono (certo qui non ti sparano ma le condizioni di lavoro non son certo salubri), mogli a casa che pregano, figli che crescono senza padri. Sempre che tornino. Sennò chi glielo fa fare a uno di andare dove c'è la guerra? Se lo facessero per piacere allora non servirebbe neanche piangerli.
Solo che dietro alla loro missione con fucile c'è la difesa della patria. Ora non voglio fare il saputello ma ci son libri di strategia militare, scritti da uomini (ce ne son di spassosi, Von Klausewitz, Sun Tzu, sociologi scaldapoltrone). In questi libri sulla guerra dove quelli che fanno la guerra spiegano la guerra e dicono che la guerra è brutta e si muore e che la guerra altro non è che la continuazione dell'economia di uno stato con altri mezzi, che se ti attaccano è per quella bandierina che dice da che parte stai. Come mai in Afganistan ci sono 49 stati? Molto semplice. Tutti vogliono il petrolio e anche il gas che passa di lì dalla Siberia (sennò Rambo che ci andava a fare? A salvare Troutman? Ma ci faccia il piacere). E fanno bene, a preservare il nostro futuro patrimonio energetico, sennò come andiamo al cinema a vedere Videocracy? A piedi? Come ci scaldiamo le case di riposo delle nostre nonne che hanno più freddo di noi perché non gli circola più il sangue? Con la termocoperta? Insomma il tricolore lì non è tanto diverso dal marchio Chiquita in Tanzania ma questo è un altro discorso.
Poi farò la figura del pacifista a tutti i costi, che non sono, che a me John McLane mi piace più di Woody Allen. E pure del cinico che ride i morti. Ieri sera c'era pure il fil su Nassirya, con Raul Bova che gli piace un bocia iracheno perché gli ricorda il suo morto e sto bocia in cambio gli fotografa tutta la base. Con un'altro che si fa la soldatessa mericana nel container della croce rossa. E tutti evvai! come allo stadio. Poi il cinico e poco rispetto sono io.
La questione è che le lagrime ti si offuscano gli occhi e non vedi bene a quello che succede intorno al gran galà delle bare fashion tricolori. A me piace pensare di guardarlo, sto mondo zozzo infame dove ti sparano per il riscaldamento delle case di riposo. Anche con le lagrime indosso.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E' del tutto plausibile (e auspicato) che quando sarà terminata la costruzione della pace in Iraq, Afganistan e in tutte le zone calde in Medioriente, ci siano concreti benefici economici che possano favorire tutti i paesi coinvolti. Credo comunque che le ragioni della partecipazione in queste guerre non siano solo di natura economica...
Comunque mi sembra che la discussione sia incentrata sui soldati caduti e i feriti della guerra e le persone che hanno condiviso un destino uguale sul posto di lavoro. I soldati, gli operai sono subalterni, persone normali come la maggior parte degli uomini, che prestano la loro opera e obbediscono ai superiori, a volte pagando con la propria vita e il conseguente dolore degli amici, delle famiglie ecc. altre volte con ferite più o meno gravi.
Personalmente, il dispiacere, il dolore che provo quando mi viene fatto un tarto o assisto a qualche ingiustizia è commisurato all'intenzione di chi compie l'azione. Ora, di fronte a quest'ultimo avvenimento che ha coivolto i soldati italiani in Afganistan, credo che il mio dispiacere sia stato tanto grande perché oltre all'intenzione esplicita dei "talebani" di compiere una carneficina, ho visto anche la modalità subdola in cui è la stessa è stata portata a termine, perlatro possibile e di fatto frequente nella guerra asimmetrica. Credo che al mio malessere abbia un po' contribuito anche l'amor patrio...ma penso che avrei avuto la stessa reazione se fosse capitato ai soldati di qualunque altra nazione.
Quindi innanzitutto rispetto per il dolore di chi ha subito un'ingiustizia, e poi la "punizione" di chi ha commesso l'errore.

Daniele.

Tom Violence ha detto...

e allora andiamo a contare i morti civili di questa guerra, e poi vai a piangere anche gli afghani.

in questo caso erano quindici, quindici a sei mi sembra schiacciante come vittoria, quindi tu piangi di più per loro che per gli italiani.bugia non sei figlio del mondo come credi ma piangi la guerra imperialista del tuo paese imperialista.
peccato

Fabio ha detto...

lalù, accadde talvolta che mi commossi, leggendoti o sentendoti. accadde stavolta, mannaggiaatè.

Anonimo ha detto...

Misiom de paze con en mam en s-ciòp. Governi che manda la zent al zimiteri. La democrazia l'è en gasdoto nof de paca.
selv

Pero ha detto...

La guera l'è nela storia de l'om... quel che è cambia l'è el modo de magnarghe sora. Se a me nono i gavesa dat i soldi che gira ades, l'averia podest comprar 5 etari de teroldec... el problema l'è che la cultura talebana, l'è talmente encazada che se el nos esercito el camina, sti chi i ciapa coraggio e i taca a tirar su generazion de desperadi che no vede l'ora de far saltar per aria tut (ma per sul serio no miga come le tor gemele) el problema l'è sempre de decision... l'è 100ani che el mondo occidentale tut bel net e tess el fà che cazzo che el vol e el disprezza tuti... ades i tuti sporchi maladi desperadi e col stomec engropà i se mete a reagir malament... no sò come fareso voi ma mi per na micheta faria de tut...
Se l'om el fusa trasparente no ghe saria nient da veder...