mercoledì 26 ottobre 2011

Una canzone al giorno n.11 (Bever en taz)


Parla di uno che esce dal lavoro e poi fa il giro dei bar, perchè se lo merita perdìo, e poi quando tutti sono chiusi va a mangiare il miglior panino della valle negli anni Novanta, un panino onto con la bistecca cotta al momento dalla Maria, il bar della stazione di Fondo che abbiamo frequentato assai quando eravamo giovini. Era un bar fondamentalmente per veci, ma ci si accampava anche una certa gioventù beona e incurante del lavoro dei nas. Aperto a tutte l’ore, da mattina all’ultimo che se n’andava, rosso e briscole come protagonisti assoluti. La Maria ti Linkfaceva il caffè con la moca (anche se sul banco campeggiava una macchina pel caffè Spaziale di nome e di fatto) con tanto di schiumina degli sgami della nonna, si beveva un Lambrusco con l’etichetta gialla e verde, fatto in Trentino e mai più incontrato: mille lire il bicchiere (ovviamente un duralex), sei la bottiglia. Abbiamo vissuto di (e a volte per) quelle bottiglie per qualche anno (Quando mi son fatto una borsa di cuoio l’ho fatta della giusta misura per contenerne una in piedi, per dire). Finisce che si torna a casa onti, ma non per la bistecca.
Qui si vede anche la prima versione, nelle Rabbi Loop Impro dell'estate scorsa.


La Piccola Orchestra Felix Lalù
Bever en taz

Dai nan a bever en taz
che l'è amò prest par la menestra
che ai laorà sota l'sol de n'neon comen'neger tut el dì
su e zo come la pel dal bigol
e no m'è plasest nancia n'migol
Che la sé l'è bruta
e patìr la sé fa mal
ades o taian zo na sonda
o nar a far fat la tonda de tuti i bar
tuti i bar de la val

Sen pu stinci che sani
ma pu sani che maladi
l'è miei tegnirse fis al grep
che morir de sé coi pei bagnadi
Alora, tuei, sas chel che fan?
da st’ora nan a tuer na boza de lambrusco dala Maria e magiari ancia n'panét
col buro che te ven encontra
che po' la sera zo baraca
Che tanto guides ti
me vanza cater ponti ma tanto guides ti
tornan a ciasa onti ma tanto guides ti

TRADUZIONE DAL NONESO
Dai andiamo a berci un bicchiere che è ancora presto per la minestra che ho lavorato sotto il sole di un neon come un negro tutto il giorno su e giù come la pelle del cazzo e non m’è piaciuto neanche un po’ Che la sete è brutta e soffrire la sete fa male adesso o tagliamo un salame o ci facciamo il giro di tutti i bar tutti i bar della valle Siamo più ebbri che sobri ma più sani che ammalati è meglio aggrapparsi allo sporco che morire di sete coi piedi bagnati Allora sai che facciamo, bro? a quest’ora andiamo a prendere una bottiglia di lambrusco da Maria e magari anche un panino col burro che ti viene incontro che poi chiude bottega Che tanto guidi tu mi avanzano quattro punti ma tanto guidi tu torniamo a casa ubriachi ma tanto guidi tu

1 commento:

Alligatore ha detto...

Bukowskiano, grande Felix!