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domenica 6 settembre 2009

Livin in de monti

Vivere in montagna è fico perché puoi pisciare appena davanti casa e non sei incivile, anzi risparmi acqua di scarico che è spreco. Certo puoi farlo anche in città ma né i giardini stitici né muri sono abbastanza assorbenti per accogliere la piscia di tutte genti.
Poi ci sono altre cose che puoi fare. Ad esempio vedere le stelle. In realtà a San Lorenzo c’ho provato, ma ho visto solo aerei, che non valgono per i desideri. Ma le stelle, quelle normali c’erano.

Un’altra cosa fica è la passeggiata della mattina. Si parte da La Chasa, la casa che ha costruito il nonno di mia nonna prima di scappare in America con sua cognata per più tornar. Salgo il sentiero. Un pezzo è così ripido che anche uno col fiato buono arriva su senza, ma poi finisce. Alla Bancheta (la ch è quella dell’Ich tedesco) prendo la strada a sinistra. Lì ripiana, fa su e giù. Poi arrivo al Rio Valorz. Ingurgito bocconate di aria bagnata che scende dal rio. Una volta ci portaavano i boci con l’enfisema, o con la pertosse, che l’aria è buona. Poi mollo le ciavatte e metto i piedi nel rio. Più di trenta secondi è già dolore, ma quando esci qualunque ambiente ti sembra Tanzania. Proseguo scalzo per un altro pezzo di sentiero saliscendo. Ho imparato che se cammini scalzo non è che puoi star lì a camminare in punta di piedi per stare attento ai sassi, tanto ci sono e son tutti tuoi. Tanto vale appoggiare tutta la pianta e far capire al mondo che i sassi ti fanno un baffo. Monto sul muretto di sassi a secco, ormai coperto di muschio. Sull’altro versante c’è il sole che spunta tra le montagne. Faccio una specie di saluto al sole, me ne bevo un po’ tirando le braccia su e giù e sgranchiendomi le dita. Se facessi il vero saluto al sole dovrei molleggiarmi sulle gambe, posare le mani sull’addome per far salire l’energia e poi sentirla salire e poi salita alzare le braccia al cielo in comunione col basso e con l’alto. Il mio, più che buongiornocomeva?dormitobene?chebellagiornataogginontrova? è più un ciao, ecco. Torno indietro sempre scalzo, riinforco le ciavatte, faccio qualche altro altro respiro proforma e torno indietro. Alla Banchetta la nonna mi ha preparato rami da trascinare a casa, che scendere dal mont senza legna è peccato.

Se fossi un magnamusli direi che sta passeggiata mattutina risveglia l’uomo che è in te e ti ricollega colla natura. Aria dal rio uguale elemento aria. Piedi nel rio uguale elemento acqua. Saliscendi scalzo uguale elemento terra. Saluto al sole uguale elemento fuoco. Riprendere contatto con tutti gli elementi ridona equilibrio, rinfranca il corpo e lo spirito blablabla. È solo un giro di mattina per ripigliarsi. Niente più, sempre meglio che una corsa nei gas di scarico.

Ecco, non è che Trento sia città, ma la montagna è altra cosa.
Tanto mo' torno.

1 commento:

  1. che leggere la passeggiata mattutina del felixlalù, per noi cittadini di città che da via brennero si passa al ponte di san lorenzo e che la ciabatta abbandonata richiama investimento e che alla banchetta la nonna non si avvicina neanche che ci dorme l'altra ciabatta appesa al piedino nudo che non è proprio il contatto con la terra che lo rende fragrante... ci mette un po di buonumore e di sana invidia.
    dal basso dei norticanta un saluto all'alta valle di non

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