A me mi non si dice è una delle frasi più fastidiose mai sentita. Quando lo sento mi vien da schiaffeggiare una vecchia maestra a caso, picchiarla degustibus, legarla, tagliarla in pezzi con un seghetto e poi darla in pasto ai maiali, ovviamente mentre è ancora viva.
E' il paradigma lowprofile del rispettare una regola solo perchè è una regola e non perché la regola serve a qualcosa. Perché sta male. Sta male se lo scrivi in un esame di linguistica.
Ieri Anna mi ha rivelato il verbo. All'Accademia della Crusca, probabilmente il più inutile degli istituti o forse un elemento irrinunciabile della nostra nazione italica, non sono così stronzetti e professoroni come crediamo, è gente tranquilla che sta lì alla finestra a guardar giù il mondo. Magari son lenti, ma ci arrivano. Ecco, l'Accademia della Crusca finalmente dice che a a me mi si può. Certo, in determinate occasioni e contesti, ma si può.
Tutto sommato però questo cambio d'opinione disorienta un po'. E' come se da un giorno all'altro si possono rubare i kinderbueno al supermercato.
Uahahahahaha (risata satanica), ed ora a noi: congiuntivo, veniamo a prenderti!!
3 commenti:
Non solo "a me mi", ma anche "ma però" ed altre cosette gustose sono consentite dalla Crusca!
Inoltre una somministrazione regolare aiuta la cacca.
congiuntivo...? ai ferri!
a me la pubblicità del caffè sta sul cazzo
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