Venerdì scorso mi trovavo nelle Tre Torri Gemelle del Potere Autonomo a parlare del progetto alla cui stesura ho partecipato. A mio parere, e a parere delle carte che ho letto per fare questo lavoro, manca buona parte di ciò che dobbiamo consegnare, ma secondo la santa trinità presente (che in difesa della privacy chiamerò Prov, Compr e Univ) ciò non costituisce problema. Ciò non costituisce problema a tal punto che non se n'è parlato. La consegna del malloppo è stata democristianamente procrastinata di due mesi perchè le elezioni che ci sono state nel mezzo hanno rallentato la cosa. Si è accennato al fatto che in questi sei mesi io e il mio collega avremmo dovuto essere formati per il poi che ci era stato sventolato sotto il naso alla firma del contratto (un poi fatto di stipendio eccetera). La triade è convenuta sul fatto che nessuno si è occupato di formarci e che quindi sarebbe utile trovare e consultare (all'ultimo, in corsa e in ritardo) qualcuno di già formato che tolga le chiappe dal fuoco alla faccenda.
A questo punto, con diplomazia da guerra fredda, ho osato sollevare alcuni appunti:
1. a noi scade il contratto a fine dicembre
2. suppongo che allo stato delle cose ci sia ancora bisogno di noi
2. saremo noi presi in considerazione per l'eventuale poi?
3. qualora chiamassero qualcun altro non sarebbe meglio che lo affiancassimo per imparare qualcosa nei due mesi di interregno?
A queste parole sono stato zittito fantozzianamente dal mio capo supremo (il capo del mio capo) perché ciò non concerneva la riunione. Da notare che, dopo sei mesi di onorato servizio, avevo avuto il piacere di conoscere il mio capo supremo (che conoscevo solo come uno dei tanti supertrombati delle ultime elezioni) solo cinque minuti prima.
*
A questo punto Antonio Cassano si alza con tenuta e fare samporiani e rompe la formalità sbraitando: Ma allora questi ragazzi li state prendendo per il culo? Se li volete mandare a casa dopo sei mesi e promesse da marinaio ditelo subito, così risolviamo la questione!
A quel punto la santa trinità s'è guardata negli occhi, ha stretto le spalle e ha annuito come quell'ingenuo sgamato a rubare in chiesa a ui nessuno ha spiegato che nel belpa bisogna negare, negare sempre, anche l'evidenza.
Il sogno si è interrotto così. I miei sogni son sempre molto terratera. Il particolare di questo è che la seconda parte, quella dopo l'asterisco*, l'ho solo sognata. La prima l'ho realmente vissuta, e poi sognata. Si chiama residuo diurno. E' quando delle questioni rimangono irrisolte nella realtà e ci pensano i sogni a risolverle al calar della notte.
Non che nutra particolare stima nel pibe de bari. Evidentemente lui è il mio Charles Bronson da riunione, il mio John McLane in maglia da ciclista. Ripara i torti subiti nei miei sogni.
Grazie Antonio, vieni più spesso a trovarmi.
2 commenti:
Mi è venuto in mente sto post perché la notte scorsa ho sognato Walter Gargano del Napoli (notare che non ho idea di come sia la sa faccia) che partiva in area e faceva un cross per poi cadere a terra. Primo piano sull'arbitro che corre verso di lui, per poi accorgersi che non c'è fallo. Gargano è caduto in area perché una foca con l'enorme dentatura arrotondata della cugina della mia ragazza gli aveva reciso la giugulare con un morso.
Beh, inutile dire che mi devi presentare la cugina
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